Ticino: il coraggio di guardare avanti

Da ormai troppo tempo sentiamo parlare di bassi salari in Ticino, di precarietà, di sottoccupazione, di effetto sostituzione, di “fuga dei cervelli” oltre Gottardo. Da troppo tempo la politica assiste al lento declino del Cantone, ogni area politica arroccandosi sulle sue posizioni (“È colpa dei datori di lavoro” vs “È colpa dei frontalieri”) senza che concretamente si faccia qualcosa per arginare il problema, i cui effetti si vedranno purtroppo ancora per lunghi anni.

Avanti con Ticino & Lavoro è nato da due movimenti politici che hanno messo al centro della campagna elettorale il mondo del lavoro nelle sue più ampie sfaccettature, i problemi e le necessità di riforme: la presenza massiccia di frontalieri, da tempo non più nei settori dove i residenti non vogliono lavorare, ma anche nel terziario (ingegneri, architetti, avvocati, impiegati di commercio, fiduciari, contabili), la riforma degli Uffici regionali di collocamento, una riforma dell’orientamento scolastico e della formazione professionale. Da nove anni Ticino & Lavoro si impegna attivamente a titolo volontario nel mettere in relazione datori di lavoro con residenti alla ricerca di lavoro e ha contribuito a trovare un impiego a tantissime persone.

Se il popolo ticinese lo vorrà, Avanti con Ticino & Lavoro porterà nelle istituzioni cantonali alcune proposte concrete per superare le anacronistiche posizioni destra-sinistra, perché è chiaro a tutti che ad esempio il salario minimo per quanto giusto e necessario, non è che una toppa su un paio di pantaloni ormai rotti e che la rescissione degli accordi di libera circolazione per quanto personalmente auspicata è ormai cosa impossibile: i pantaloni rotti dovremo tenerceli ancora. Le soluzioni per creare 10’000 posti di lavoro ben pagati entro il 2027 però ci sono!

I partiti e i loro rappresentanti in seno in particolare al Consiglio di Stato e alla Deputazione alle Camere federali dovranno battersi affinché il Ticino venga “indennizzato” per i danni causati dalla libera circolazione, tramite la creazione o la decentralizzazione di posti di lavoro di qualità dell’Amministrazione federale e delle ex regie federali, favorendo un aumento dei residenti occupati e il relativo indotto economico per le casse pubbliche (più consumi, più imposte pagate e meno sussidi).

Il dialogo e il consenso andranno inoltre costruiti su una ridefinizione della perequazione intercantonale, la quale deve tenere conto degli effetti indesiderati della vicinanza alla frontiera di Cantoni come il Ticino, ma anche come Ginevra o Giura che seppur in misura diversa incontrano lo stesso tipo di problema. Ciò permetterebbe un ulteriore aumento di posti di lavoro.

Infine il Canton Ticino dovrebbe battersi affinché importanti aziende private scelgano il Ticino come sede o come importante luogo di lavoro, sovvertendo quelle dinamiche che negli anni hanno invece fatto sì che i posti di lavoro venissero spostati a Zurigo, Berna o altrove, venendo occupati da italofoni residenti oltre Gottardo con pochi o nessun legame con la realtà ticinese. L’esempio che ciò è possibile lo ha dato la piccola città di Bulle, nel Canton Friborgo, che oltre ad aver visto crescere negli anni la sua zona industriale e dei servizi, ha fatto il “colpo grosso” convincendo Rolex ad investire un miliardo di franchi nella costruzione di un nuovo polo industriale che impiegherà fino a 2’000 persone!

Per ottenere questi obiettivi occorre che le forze politiche smettano di “guardarsi in cagnesco” e collaborino, occorre avere il coraggio di guardare avanti per dare prospettive migliori ai giovani che terminano gli studi e vogliono tornare o rimanere in Ticino e per garantire alle famiglie posti di lavoro sicuri con e salari adeguati. Noi guardiamo avanti, Avanti con Ticino & Lavoro.

Luca Paltenghi, candidato al Gran Consiglio Avanti con Ticino & Lavoro https://avantiticino.files.wordpress.com/2023/03/avanti-ticino-10000-posti.pdf